Ministero dell'Economia e delle Finanze

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mercoledì 18 marzo 2015

Il duplicato.


Con un scarno focus pubblicato sull’intranetMEF (https://intranet.mef.gov.it/focus/focus_0072.html ), l’amministrazione ha reso noto che dall’anno in corso il sistema NoiPA non erogherà più il servizio di assistenza fiscale diretta.
Tale decisione è stata assunta poiché proprio da quest’anno, l’Agenzia delle Entrate ha attivato, in via sperimentale, la dichiarazione dei redditi precompilata per i lavoratori dipendenti e pensionati; pertanto, per evitare la duplicazione dei servizi offerti tramite il self service 730web, ha deciso la sospensione di questa attività.
Anzi, a rafforzare tale scelta, la stessa amministrazione afferma che da verifiche tecniche effettuate sulle modalità di erogazione del servizio, la compilazione del modello 730 in modalità self-service tramite il portale NoiPA non garantisce benefici ulteriori rispetto al modello precompilato dell’Agenzie delle Entrate.
A questo punto, occorre intenderci sulla parola “benefici”; cioè, se s’intende il maschile plurale dell’aggettivo benèfico oppure il plurale del sostantivo beneficio, quello con la pronuncia piana, per capirci.
In realtà, noi siamo convinti che l’amministrazione faccia riferimento al sostantivo plurale, cioè quello che ha, come significato, “utilità, giovamento, sollievo, favore, vantaggio”.
Ma se il servizio della compilazione del modello 730 in modalità self-service tramite il portale NoiPA “non garantisce benefici ulteriori (per chi? per gli amministrati/utenti o per l’amministrazione?) rispetto al modello precompilato dell’Agenzie delle Entrate”, vuol dire che, quanto meno, non è sottostimato, non genera svantaggi, pregiudizi, ma ha le stesse potenzialità di quello precompilato.
Insomma, non garantisce benefici ulteriori, ma continua ugualmente a garantirne.
Ma, allora, perché sospenderlo?
Per evitare un semplice duplicato, ci risponderebbero.
Quindi, se è un duplicato, vuol dire che è identico.
A questo punto, però, qualcosa non quadra.
Una semplice forma di argomentazione logica, ha bisogno di premesse per giungere ad una conclusione credibile.
Per l’amministrazione, l’introduzione della dichiarazione dei redditi precompilata, rafforzata dalla mancanza di benefici ulteriori nel confronto con il 730web, giustifica l’eliminazione di una semplice duplicazione; per noi, invece, la conclusione non può essere che un’altra.
Questa scelta (l’eliminazione di un duplicato), crea un danno rilevante non solo per gli amministrati e per gli utenti, ma per gli stessi lavoratori del MEF, per le loro tasche ormai sempre più vuote.
Il comma 2 dell’art. 51 della Legge 288/2000, cioè la Finanziaria 2001, dispone, infatti, che “i risparmi conseguiti in relazione all'espletamento del servizio di assistenza fiscale ai dipendenti delle Amministrazioni statali, accertati in sede di assestamento del bilancio dello Stato, affluiscono ai fondi destinati all'incentivazione del personale”.
Nello scorso Fondo Unico di Amministrazione (FUA) relativo all'anno 2013, queste risorse furono quantificate in 478.304,48, di cui 440.040,12 euro (92%) per le aree professionali e 38.264,36 (8%) al fondo dell’area della dirigenza; nello specifico, mediante l’accordo nazionale siglato il 24 giugno 2014 tra la parte pubblica e quella sindacale, il 37% della somma della somma destinata all’aree professionali (162.814,84 euro) fu destinata ad alimentare i fondi di sede degli uffici che erano coinvolti in tale servizio e il restante 63% (277.225,28 euro) ad alimentare il Fondo Unico di Amministrazione.
Nel 2012, la somma per il servizio di assistenza fiscale ammontò a 497.473,07 (457.675,22 euro, il 92%, alle aree professionali – 39.797,85 euro, l’8%, all’area separata della dirigenza).
Nel 2011, 623.120,88 euro (573.271,21 euro, il 92%, alle aree professionali – 49.849,67 euro, l’8%, all’area separata della dirigenza).
Quindi, il futuro FUA, sarà “alleggerito” di circa mezzo milione di euro, evidentemente dirottato verso altri lidi; tutto questo, ovviamente, non cancella la critica, più volte reiterata, mossa in merito ai criteri di erogazione e di individuazione dei destinatari della quota dei coinvolti nel servizio, da tempo oggetto di una sacca clientelare e solo ultimamente affievolita da farseschi interpelli, ormai tanto di moda nella new @governance dell’amministrazione.
Chi associa tali critiche, poi, al provvedimento di sospensione, sottintendendo una forma giustificativa della decisione presa, è uno squallido sciacallo perché, in realtà, con i suoi CAF, ormai vere aziende a scopo lucrativo, avrà solo che da guadagnarci.
Insomma, l’eliminazione del duplicato costerà parecchio ai lavoratori sia nell’aumento della difficoltà di interazione nel rapporto utente/amministrazione (obiettivo di una vera amministrazione digitale), sia in termini economici.

In realtà, questa decisione non è altro che un ulteriore ostile attacco alle condizioni di vita dei lavoratori, messo in atto da una amministrazione ormai braccio esecutivo delle politiche d’austerity governative.

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